venerdì 29 dicembre 2017

Una monetina


“Si sta insieme per essere i guardiani gli uni degli altri e ricevere i benefici di questo gesto. […] La tribù  siede in cerchio per consumare il pasto comune, spalla a spalla, ognuno guardiano dell’altro e tutti sentinelle dello spazio libero dai pericoli. […] Guardiani e sorvegliati, facciamo esperienza del mondo che si curva intorno al nostro cerchio, che comincia ad avvolgerci, che cosi ci viene dato.” Cit: Tuppini, T. (2014). Ebbrezza. Mimesis.
Fine anno. La musica da organetto di ogni fine anno racconta di buoni propositi e di bontà.
L’augurio, personale e selvaggio, è che questa comunità arrampicatoria esca finalmente dallo stato di minorità. Per minorità mi riferisco all’incapacità/pigrizia/viltà che spesso ci impedisce di avere il coraggio di fare buon uso della propria intelligenza.
È comodo rimanere minorenni; incapaci.
Sul perché si finisca in questo stato si potrebbero sollevare tante cause, in primis la religiosa delega verso qualcuno che ha avuto il coraggio di emanciparsi.
In termini più chiari. Esiste un chiodatore, esiste un mondo che viene messo in “essere” dalla sua opera, esiste un arrampicatore che vive e si muove in questo mondo.
Il chiodatore è l’elemento “libero”, l’emancipato, mentre l’arrampicatore si abitua a camminare con il “girello” nel mondo da questo creato.
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