sabato 9 novembre 2013

Avesa Amarcord


Rispolverare i vecchi classici.
Far conoscere la storia di questa attività ai "resinolesi plasticomani", spingendoli all' aria aperta.
Un tentativo di portare i nuovi climber là dove è nata la passione degli uomini veronesi verso questo "quasi sport".
Avesa.
Roccia a volte unta, buchetti, liste e pinze che hanno in se un profumo, dovuto forse al lichene, forse alla terra, forse alle piante, sarà, ma il sudore che si miscela con questa essenza rende l' arrampicare diverso.
Girava da tempo nell' aria la voglia di portare avanti nelle generazioni la conoscenza di percorsi e boulder (spesso eliminanti), che sono stati la base su cui si sono costruiti personaggi romantici e sportivi, da qui, sono passati artisti come Stefano Tedeschi e atleti come Nicola Sartori, lasciando nella memoria di chi li ha visti in azione,  l' amore per la roccia ma anche "boulder" da salire.
In questo luogo vige ancora la tradizione "orale".
Non esistono guide, non esiste copyright o copyleft, non esiste il foglio fotocopiato.
Esiste la memoria fotografica, la memoria motoria di gesti ripetuti infinite volte.
Io, come arrampicatore, sono nato su questo pezzo di roccia.
Ecco quindi l' invito:

Sabato 16 Novembre ore 13.00

io sono li, con altri conoscitori della zona.
Siamo ai "busi bassi" per proporre i boulder che non si possono copiare, non si possono raccontare, non si possono catalogare... sono "salite" da "vivere" pensando... "Nicolino faceva così" quasi 30 anni fa...
Portatevi crash pad, se li avete, noi ne abbiamo 6/7 "di scorta".
Saranno proposte una ventina di salite, dal facile facile al ...mooooore difficult.
Non organizzo una gara o raduno, non serve,non qui.
Basterà confrontarsi con i classici del passato, e pensare che "strassabuele" si potrebbe tranquillamente proporre come boulder finale di un qualsiasi raduno bloc.

Via Monte Ongarine, parcheggiate senza disturbare i residenti e prendete il sentiero a sx evidenziato in rosso (5 minuti)
P.S.
Giusto per ridere, questa è la roccia e questo è lo spirito...(riprese di Mauro Magagna)


2 commenti:

  1. La prima volta che sentii parlare di quelle pareti ero in terza media... organizzai una "spedizione" con 2 compagni di classe.
    Conoscevo 4 nodi (barcaiolo, mezzo barcaiolo, otto, bulino), sapevo costruire le imbragature con i cordini e avevamo recuperato la seguente attezzatura:
    - 4 cordini da 4m dell'8mm
    - 5 moschettoni (non a ghiera)
    - 1 imbragatura completa + mezza (solo parte alta)
    - un cordino per tirare su le vele delle barche da 30m (credo statico del 7mm)

    Andammo in bici oltre Avesa e sbagliammo pareti. Sotto la vera palestra di Avesa, un po' più a nord, sopra il campo da trial, c'era una parete a balzi.
    Puntammo a quella. La risolvemmo in 3 tiri di corda (da 7-8m l'uno). La tecnica di progressione non la ricordo (probabilmente l'ho rimossa). Roccia mediocre.

    Doppo un mese mi portarono alla vera Avesa... un sogno! Avevo finalmente un posto dove poter arrampicare....

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  2. Eravamo proprio esperti di "D.P.I."... ho iniziato con l' imbrago del mio amico Stefano (che saluto), un imbrago per due e una pianta a "reggere" il moschettone per il mezzo barcaiolo.... non contenti, per non consumare la corda durante le moulinette, abbiamo allungato le soste con un canapone di 5 metri rubato nel garage di mio papà... roba per trainare le auto....chiaramente scarpa larga con cotone sul tallone nel tentativo di far arrivare l' alluce in fondo alla scarpa...
    Amarcord

    P.S. Bello ritrovarti qui Nicola.

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